In memoria di Giampiero Pinna

 

Dal Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna al Cammino Minerario di Santa Barbara: 30 anni di impegno e di battaglie civili comuni

Il mio lavoro nella Amministrazione Forestale della Regione Sarda mi ha portato nei primi anni ‘90 del secolo scorso a conoscere e frequentare il territorio di Iglesias, dandomi modo di scoprirne la storia non solo mineraria in tutta la sua potenza e già allora tra le persone più avvertite e le associazioni conservazioniste e ambientaliste si discuteva della necessità di istituire un parco allo scopo di custodire e tramandare le testimonianze della storia millenaria, dell’epopea mineraria e del patrimonio dei preziosi geositi presenti nel territorio.

Così, nel mese di giugno del 1992 si organizzò la manifestazione di fondazione della Associazione per il Parco Geominerario Ambientale e Storico dell’Iglesiente-Sulcis-Guspinese, che si tenne nell’Aula Magna dell’Istituto Minerario G. Asproni di Iglesias ed alla quale io partecipai in rappresentanza di Legambiente Sardegna di cui ero socio fondatore.

Nel mese di ottobre del 1996, il congresso internazionale per il centenario della Associazione Mineraria Sarda fu l’occasione per la presentazione unitaria di una qualificata mozione-proposta a favore della istituzione di un Parco Geominerario comprendente tutte le aree minerarie della Sardegna, non solo quelle dell’Iglesiente; ma il fatto più importante fu che L’Ente Minerario Sardo, ente strumentale della Regione Sardegna, nella persona del suo presidente Dr. Giampiero Pinna, manifestò pubblicamente l’interesse dell’Ente per l’iniziativa espressa nella mozione e poi contribuì in maniera determinante all’approntamento del dossier da presentare all’UNESCO per l’inserimento del Parco nella lista dei beni tutelati dall’UNESCO. Nel 1997 il Parco Geominerario della Sardegna ottenne il riconoscimento con votazione unanime e fu il primo parco geominerario al mondo ad essere accolto nel prestigioso organismo internazionale.

Sempre grazie al lavoro di Giampiero Pinna, nel mese di settembre del 1998 fu sottoscritta la Carta di Cagliari fra l’UNESCO, il Ministero dell’Ambiente, la Regione Sarda, la Commissione Italiana UNESCO, l’Ente Minerario Sardo e le Università di Cagliari e di Sassari. Nella Carta venivano fissati i principi fondamentali per la salvaguardia del patrimonio tecnico, scientifico, storico, culturale, paesaggistico e ambientale connesso con le vicende che riguardarono lo sfruttamento delle risorse geologiche e minerarie della Sardegna e impegnava ogni parte firmataria, per quanto di propria competenza, a promuovere e sostenere la formale istituzione del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna.

Per arrivare al risultato della istituzione formale, avvenuta con decreto del 16 ottobre 2001, non c’è voluto solo tutto l’impegno e la pervicacia di Giampiero Pinna, sempre sostenuto e accompagnato dagli ex minatori e dalle associazioni territoriali di volontariato che ne supportavano le iniziative, ma c’è voluta la dirimente occupazione di Pozzo Sella per far capitolare l’indecisionismo se non l’ostruzionismo della politica. Ed infatti, il 5 novembre 2000 Giampiero Pinna, insieme ad un piccolo gruppo di ex minatori, aveva preso la decisione estrema di barricarsi sottoterra in una drammatica avventura durata quasi un anno.

La mobilitazione delle centinaia di persone che moltiplicavano la risonanza dell’occupazione di Pozzo Sella, sfociò finalmente nella istituzione del Parco ma diede anche vita alla “Associazione Pozzo Sella onlus” , che, dalla sua nascita nel novembre 2001, lavora ininterrottamente per la promozione e riconversione verso nuove opportunità dei territori e dei siti ex minerari. Inutile aggiungere che l’anima dell’associazione Pozzo Sella era stato ancora una volta Giampiero Pinna, il quale metterà gratuitamente a disposizione la sua casa di Via Lamarmora ad Iglesias sia per farne la sede legale che luogo dove svolgere le attività sociali di Pozzo Sella.

Fra le tante iniziative di questa benemerita associazione mi piace ricordare il concorso PREMIO TESI DI LAUREA PARCO GEOMINERARIO, dedicato ai giovani neolaureati che avessero svolto studi attinenti alla storia e alla realtà mineraria e che ha prodotto nel tempo un centinaio di lavori di specifico interesse scientifico.

La formale istituzione del Parco Nazionale Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, avvenuta, come detto, nel novembre del 2001, sembrò aver appianato i problemi che avevano determinato la mobilitazione popolare intorno a quel progetto, ma di fronte alla prolungata inerzia del Comitato di Gestione del Parco, ancora una volta le associazioni dovettero riprendere la mobilitazione e le iniziative di sollecitazione agli organismi di gestione. Giampiero Pinna, come presidente della associazione Pozzo Sella, era in prima linea anche nel favorire il coordinamento tra tutte le Associazioni, il che rappresentò una interessante novità nel panorama associazionistico, fino ad allora caratterizzato da iniziative estemporanee e individualistiche. Sempre su impulso di Giampiero Pinna, dapprima come componente del Consiglio direttivo del Parco e successivamente come Commissario del medesimo, il coordinamento delle associazioni acquisirà, nel 2007, lo status di “Consulta delle Associazioni Culturali, Ambientaliste e Umanitarie del Parco”, organismo del Parco con il compito di affiancamento e promozione delle sue attività.

Nel suo periodo di vigenza e operatività, la Consulta è stata il vero trait d’union con i territori, in ottemperanza a quanto previsto nello statuto del Parco, che contemplava espressamente il coinvolgimento delle associazioni del volontariato culturale in forme di consultazione finalizzate alla tutela degli interessi collettivi insiti nel patrimonio materiale e culturale amministrato e di cui le associazioni in argomento erano e sono portatrici.

Dal 2007 al 2009 Giampiero Pinna è stato Commissario Straordinario del Parco e in questa veste ha dato impulso e avvio alla strutturazione del Parco, individuando i “Responsabili d’area” quali soggetti deputati alla articolazione territoriale della gestione. Alle sue iniziative sono pure riconducibili le prime convenzioni con le amministrazioni comunali, pure finalizzate a coinvolgere gli enti locali nella gestione dei siti minerari ricadenti nei territori di competenza. Ma lo scopo principale del suo mandato era la predisposizione di una proposta di riforma giuridico-amministrativa dell’Ente Parco che ovviasse alle criticità emerse nei primi anni di vita. Compito che Giampiero Pinna svolse puntualmente con il qualificato apporto dell’Università di Cagliari. Il turnover nel governo del Parco e lo scarso interesse della Regione Sarda non hanno consentito a Giampiero Pinna di portare a compimento la riforma da lui immaginata, che prevedeva fra l’altro un ruolo decisamente più rilevante degli enti locali facenti parte del Consorzio del Parco.

Così nel 2010 ci siamo ritrovati con Giampiero a continuare a battagliare insieme come Consulta delle Associazioni, per offrire al Parco prospettive di vera operatività nell’interesse collettivo. Prospettive, però, già in bilico nel momento in cui il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna finisce inopinatamente nella lista degli enti inutili che il Governo aveva allegato alla manovra finanziaria del 2010 e che si precarizzano ulteriormente nel corso del 2011, con l’ammonimento dell’UNESCO, da intendersi come preavviso di revoca del riconoscimento, a causa degli incomprensibili ritardi e delle ingiustificate inadempienze della gestione del Parco.

La gravità della situazione, non percepita dagli apparati burocratici regionali e statali, induce la Consulta guidata da Giampiero Pinna a promuovere una nuova eclatante forma di richiamo e protesta, con l’attivazione di un presidio permanente davanti a Villa Devoto, sede della presidenza della Regione Sarda: all’alba del 27 settembre 2011 piazziamo le tende in via Oslavia e diamo vita al nostro presidio che sarà scandito giornalmente dal suono della “ barilotta” – la sirena dei minatori -. Sarà l’inizio di un capitolo di protesta civile particolarmente ricco di iniziative e attività promozionali del Parco. Prolungandosi il presidio a causa della sordità romana a trovare una intesa con la Regione sulla riforma del Parco e sopraggiungendo l’inverno, Giampiero acquista un camper, che diventerà la nostra postazione logistica per quasi un anno e luogo di incontri, di studio e di elaborazione di proposte. Durante questo periodo, abbiamo organizzato escursioni domenicali nei luoghi più significativi del Parco Geominerario per scoprire in situ gli antichi sentieri percorsi dai minatori per recarsi al lavoro in miniera, delle mulattiere e delle ferrovie utilizzate per il trasporto dei minerali grezzi e mercantili, vie tutte che incrociavano spesso delle chiesine e delle edicole dedicate a santa Barbara, protettrice dei minatori. Ed è proprio in questo periodo, camminando su questi percorsi, che Giampiero Pinna concepisce l’idea di elaborare un cammino storico minerario nel nome di Santa Barbara, immaginando un itinerario culturale, storico, ambientale e religioso all’interno del Parco Geominerario che congiungesse i luoghi di culto dedicati alla santa patrona dei minatori.

Ma il Parco Geominerario ormai mostrava ostilità verso la nostra Consulta, verosimilmente a causa delle numerose obbiezioni e censure che noi rivolgevamo all’operato della dirigenza, la quale, per tutta risposta, giunse ad estromettere la Consulta dalla sua sede ed infine alla deprecabile determinazione di cancellarla definitivamente come organismo proprio. Sono quindi venute meno le condizioni per collaborare su vari progetti e in particolare sulle Tesi di Laurea sul Parco e il progetto attuativo del Cammino Minerario di Santa barbara.

Ma l’ostracismo non poteva certo fermare Giampiero Pinna, il quale, con l’associazione Pozzo Sella, ha continuato a lavorare alacremente allo studio e allo sviluppo di questo bellissimo Cammino, la cui paternità e attuazione sono quindi da ascriversi unicamente all’opera sapiente e lungimirante di Giampiero Pinna e dell’ associazione Pozzo Sella.

Nonostante la giovane età, il Cammino Minerario di Santa Barbara ha fatto passi da gigante e si è fatto conoscere in Italia e in Europa grazie all’impegno, alla passione e alle capacità organizzative di Giampiero Pinna che in questo progetto, da considerarsi a tutti gli effetti di ripresa e resilienza ante litteram, ha saputo coinvolgere tanti soggetti pubblici e privati, associazioni di volontariato, ex minatori e conseguendo già nel 2013 il riconoscimento della Regione Sarda con l’iscrizione di questo cammino nel Registro Regionale dei Cammini dello Spirito.

Il progetto dei cammini culturali come forma di promozione dei territori e di turismo rispettoso della specificità dei luoghi ha cementato la nostra amicizia ed arricchito la nostra comune esperienza, mettendoci in contatto con una rete nazionale e internazionale di soggetti cointeressati, grazie ai quali il Cammino Minerario di Santa Barbara è oggi candidato a divenire un Itinerario Culturale Europeo. Nella Rete Nazionale dei Cammini, Giampiero è stato subito chiamato alla vicepresidenza, per la sua sperimentata capacità organizzativa. Si tratta di una associazione di secondo livello presieduta dalla professoressa Ambra Garancini dell’ associazione Iubilantes di Como OdV, la quale per prima ha favorito la nascita dei cammini religiosi della Sardegna. Con lei e Giampiero, proprio ad Iglesias nel 2015 è stata lanciata l’idea di istituire l’Anno Nazionale dei Cammini , idea che il Ministero dei Beni Culturali ha subito fatto propria e realizzato nel 2016.

La creazione della Fondazione di scopo Cammino Minerario di Santa Barbara è l’ultima e più importante opera politica di Giampiero Pinna, perché ha il merito di mettere al riparo il Cammino dalla precarietà delle vicissitudini umane e garantire autonomia, continuità e stabilità di gestione al Cammino stesso. La Fondazione è infatti un ente dotato di personalità giuridica e organismi decisori, al quale aderiscono e contribuiscono tutti i Comuni toccati dal Cammino, che Giampiero ha saputo mettere insieme e non era facile, la Regione, le Diocesi e l’associazione Pozzo Sella. Per questo la Fondazione proseguirà al meglio l’opera per la quale è stata costituita ed oggi è diventata un modello di riferimento in Italia per tutte le realtà che si occupano di cammini storici e non è un caso che il Cammino Minerario di Santa Barbara sia l’unico della Sardegna a comparire nell’Atlante dei Cammini d’Italia istituito dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini.

Cagliari ottobre 2022

Franco Saba

In quanti – troppi ! – credono che la natura altro non sia che terra, foreste, campi e fiumi senza alcun legame reciproco ? E quanti – troppo pochi !- riescono a vedere la foresta oltre gli alberi?

Pavel A. Florenskij