La diocesi fu soppressa nel 1420 da Papa Martino V e ripristinata con il nome di Vescovado d’Ogliastra nel 1824 da Papa Leone XII. Dal 1927 la sede è a Lanusei e l’attuale giurisdizione coincide essenzialmente con la nuova Provincia d’Ogliastra.
La distanza geografica di Suelli dall’Ecclesia Barbariensis spiega le numerose e lunghe peregrinazioni che san Giorgio compiva a piedi o a cavallo per raggiungere le lontane contrade della sua diocesi. L’asperità dei territori da attraversare rendeva certamente arduo il suo cammino, ma allo stesso tempo favoriva un rapporto profondo con quei territori e con le persone che li abitavano, come testimoniano i numerosi prodigi a lui attribuiti e i toponimi ancora vivi a lui riferiti, riguardanti fiumi, sorgenti e località.
Le vicissitudini storiche hanno modificato negli anni la fisionomia dei luoghi che hanno visto l’opera di evangelizzazione del primo vescovo di Suelli e oggi i paesaggi agricoli e antropici hanno sostituito quella che era la copertura forestale e sempreverde, che rivestiva la generalità dei monti e delle valli.
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La fisionomia di questi territori, oggi come allora, resta caratterizzata dall’insieme delle imponenti e scenografiche formazioni geologiche denominate Tacchi e Toneri, che sono la più conosciuta carta d’identità dell’Ogliastra odierna. Tacchi e Toneri sono termini che indicano la stessa struttura geologica: si tratta di tipiche formazioni rocciose che interessano il vasto territorio compreso fra il corso del Flumendosa e il confine meridionale dell’Ogliastra, con sconfinamenti ad ovest fin nella Barbagia di Seulo e a sud nel Salto di Quirra.
Il substrato geomorfologico dei Tacchi d’Ogliastra è determinato dalle formazioni calcareo-dolomitiche depositatesi nel Giurassico durante la lunga parentesi di sommersione terminata nel Cretaceo, 170 milioni di anni fa.
La componente faunistica completa il quadro della biodiversità dei territori in esame: molti grandi mammiferi come il daino, il muflone e il cervo sardo, scomparsi nel secolo scorso, sono stati reintrodotti in aree controllate del demanio forestale regionale al fine di ripopolare il parco dei Tacchi, dove erano diffusi e numerosi fino ad epoche relativamente recenti. E’ auspicabile il ritorno in questi territori anche dei grandi uccelli una volta presenti, come il gipeto, il grifone, il nibbio, l’aquila, attraverso appositi piani d’azione simili a quelli già positivamente sperimentati in altre zone della Sardegna.